martedì 13 novembre 2012


Sul parto in casa

 
Fin dall’inizio della mia prima gravidanza mi balenava l’idea di partorire a casa, ma poi mi sono scontrata con la realtà di un marito non troppo convinto (come tutti i mariti), con la difficoltà nel reperire informazioni sulle ostetriche disponibili all’assistenza in casa, coi dubbi e le insicurezze che comunque ti assalgono quando si va incontro a qualcosa di nuovo (partorire? Come si fa?), con un corso preparto che elogiava il nuovo ospedale… vabbè andiamo a vederlo… effettivamente le ostetriche dicono siano tutte giovani e carine, orientate a un parto attivo…c’è anche lo sgabello per partorire accovacciate come vorrei, rooming-in… Va bene mi avete convinto: scrivo un bel piano del parto in cui segno tutto ciò che voglio e non voglio venga fatto al momento della nascita (niente ossitocina, attaccamento al seno immediato, Breast Crowl, posticipo di tutte le visite, lavaggi etc…) e andiamo in ospedale!

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Sarà stato destino o sfortuna, fatto sta che abbiamo beccato la nottata in cui erano di turno le uniche due ostetriche “anziane” quindi messa sul lettino a gambe all’aria (lo sgabello? a detta loro lo stava usando la ragazza nella sala parto a fianco, la mia compagna di stanza, a cui avevano detto che lo stavo usando io…) e voilà: spinte a comando (col senno di poi ho capito che m’hanno messo a spingere prima del dovuto) completamente inefficaci per un paio d’ore (!!!) concluse con una dose di ossitocina per farmi sparar fuori 4kg di figlia che stava entrando in sofferenza, uscita con una clavicola slogata, per fortuna sistematasi in breve tempo, ma nessuno mi toglie dalla testa l’idea che l’abbiano slogata loro tirandola fuori violentemente!
Mi hanno fatto vedere Rebecca 5 secondi e poi controllata, visitata, lavata e tenuta una mattinata intera in incubatrice dicendoci che stava bene ma aspettavano il giro del primario per poi portarcela in stanza. Mattinata durante la quale, ciliegina sulla torta, le hanno anche dato un biberon di latte-finto-soluzione-glucosata-o-quel-che-era perché piangeva e aveva fame… ma va? Evidentemente chiamarmi perché andassi ad attaccarla al seno era troppo faticoso… Mah! Alla faccia dei poster sparsi in tutto il reparto a favore dell’allattamento…
Insomma del mio fantastico piano del parto è stato rispettata praticamente solo la presenza del marito in sala parto!
Per carità, eravamo felici e soddisfatti della nostra creatura, io un “pelino” affaticata (i miei occhi si son sgonfiati dopo una settimana!) però estasiati di avere Rebecca tra noi!

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Ma quando la mattina dopo mia madre al telefono mi ha chiesto com’era andato il parto la mia risposta è stata: “ Lasciamo stare, devo farne subito un’altra per farla nascere come si deve!”
Così quando circa 11 mesi dopo ho scoperto di aspettare Emma tutti i dubbi della prima volta si sono dileguati: sono andata dritta al consultorio a chiedere di qualcuno che facesse i parti in casa, ho preso contatto con quest’ostetrica decana che mi è stata presentata come una che aveva seguito circa 7000 (!!!) parti in casa, e in effetti ho scoperto essere poi la stessa che aveva fatto nascere i figli di una mia amica circa vent’anni prima! Ok. Fiducia totale. La gravidanza procede bene, non ci sono ostacoli fisiologici, l’ospedale per ogni evenienza è a dieci minuti da casa, il costo non è bassissimo (in Umbria il parto in casa non è rimborsato) ma decidiamo che ne vale la pena.
E in effetti non c’è stato paragone, sono stata seguitissima da queste due ostetriche fantastiche, che una volta scaduto il tempo (Emma ha deciso di uscire circa due settimane dopo il previsto) venivano alternandosi tutti i giorni a visitarmi e monitorare il battito, e alla fine il parto, non pensavo che avrei mai potuto definirlo così, ma è stato meraviglioso!
La sera in cui poi la notte ho partorito l’ostetrica mi ha suonato il campanello senza che la chiamassi, dicendomi che secondo lei era il momento! Abbiamo cenato insieme e giocato a carte, con anche a mia madre e mia sorella che erano lì quasi casualmente (avevano pianificato di venire a trovarci convinte che in quella data ci sarebbe dovuta già essere la bimba, non si aspettavano il parto in diretta), fino a mezzanotte, e abbiamo guardato un po’ di tv. Io e mia sorella stavamo facendo una maratona de ‘la signora del west’ e volevamo arrivare a vedere l’episodio in cui lei partorisce, prima che partorissi io… ma alla fine non ce l’abbiamo fatta! Le contrazioni sono iniziate un po’ più dolorose e ricordo che la seconda ostetrica è arrivata verso l’una e mezza che eravamo ancora in divano e dopo un po’ mi ha proposto di entrare in vasca da bagno che iniziava a vedermi sofferente e il calore dell’acqua avrebbe aiutato… Dev’essere passata un oretta in bagno, oretta in cui le contrazioni hanno iniziato a farsi sentire forti e chiare, mi si sono rotte le acque (sul water! Con il mio commento “Evvai!!! Così non dobbiamo pulire”) e ho iniziato a sentire il bisogno di spingere, che novità, l’altra volta non ne ho sentito neanche l’ombra… In effetti non è neanche un bisogno, è il corpo che spinge da solo, durante la contrazione se rilasso i muscoli come ho fatto finora per sopportarle, ricordo ancora la sensazione… E le ostetriche che mi dicono “cerca di aspettare, non sei ancora del tutto dilatata…”. Alla fine ci spostiamo in camera, e quando mi accovaccio ai piedi del letto con David che mi sostiene… Emma scivola fuori, alle 3:05, in un paio di spinte, senza la minima fatica… Certo è il secondo parto, è sempre più facile… ma 4,5kg di figliuola (è nata che pareva avesse già 3 mesi) sgusciati fuori come se niente fosse… quando le cose si fanno come van fatte!!!

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Poi il taglio del cordone e il primo bagnetto entrambi eseguiti dal babbo (come anche l’addormentarla mentre la mamma subiva quel po’ di punti comunque necessari, la piccolina se n’è uscita anche col pugnetto a fianco al viso)
E la colazione alle 6 del mattino in cucina con mamma e ostetriche a chiacchierare, mentre la piccola Emma se ne dorme tranquilla nel lettone vicino al babbo che è crollato (l’adrenalina che resta in circolo è prerogativa delle mamme), e il meraviglioso primo incontro con Rebecca, innamorata a prima vista della sorellina, e che da quella volta non ha più smesso di adorarla!

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Certo non posso consigliare a chiunque il parto in casa, bisogna esserne veramente convinte, essere serene e vivere la gravidanza e il parto come le esperienza più fisiologiche che si possano vivere, in fondo le donne partoriscono dall’inizio dei tempi, e il corpo sa quello che deve fare, basta reimparare ad ascoltarlo! Quanto a me se potessi tornare indietro farei a casa anche Rebecca…

7 commenti:

  1. bellissima esperienza, bellissimo racconto. Grazie per aver voluto condividerlo.

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  2. Davvero un bellissimo racconto Sara! Viene voglia anche a me di partorire in casa! Specialmente dopo il primo parto molto simile al tuo...forse per fortuna mi è andata un po' meglio ma se le infermiere la smettessero di dare il latte-finto-soluzione-glucosata-o-quel-che-era e invece ti chiamassero per il TUO di latte, sarebbe molto meglio!!!!Baci!!! Francesca Fabbro

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  3. Bel racconto Sara, le mie due esperienze sono molto simili!! Occhi rossi per 10 giorni perchè ho spinto a comando, molti punti.. il secondo l'ho fatto a Villa Salus, l'ospedale che vogliono chiudere.. accompagnata dalla mia ostetrica! Dopo il parto ho pianto di gioia, non ci credevo potesse andare così bene! Chiara

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    1. In effetti avere a fianco persone che ti fanno sentire tranquilla (ostetriche fidate) credo aiuti molto! Mettiamoci anche che i secondi parti son sempre più facili dei primi... Certo che però che sti primi parti ce li han fatti soffrire (e faticare, nel mio caso ricordo più la fatica) più del dovuto! Ci fosse un po' più di competenza in giro....

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    2. io avrei voluto e mi ero organizzata x il primo parto, ma alla fine siamo andati in ospedale (una esperienza da dimenticare). la seconda l'ho partorita in un ospedale diverso e siamo stati fortunati, si è in parte realizzato il nostro sogno: seppur cn un travaglio difficile, parto in piedi in sala travaglio. certo avrei voluto tenerla vicino da subito, ma abbiamo dovuto rispettare il protocollo

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    3. com'è che il primo parto in ospedale è spesso spesso esperienza da dimenticare? ;-)

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